venerdì 29 maggio 2009

LA VALLE DELLO SWAT - PAKISTAN

La Valle dello Swat in Pakistan sta passando un bruttissimo momento. Il governo sta combattendo una cruciale battaglia a Mingora, città capoluogo dello Swat, per liberarla dai Talebani e per prendere pieno controllo della città e della valle. Ci vorrà comunque tempo per sgominarli dalla regione, che confina con l’Afghanistan. Purtroppo molti civili sono stati coinvolti con la perdita di molte vite umane e migliaia sono in preda al panico.

La valle dello Swat è una valle idilliaca, assomiglia un po’ alla Val Brembana nel bergamasco, anche se la valle dello Swat è più esotica e certamente più evocativa. Sono stato diverse volte a Mingora e nella valle. Chi ha fatto un viaggio in Pakistan con noi probabilmente si ricorda la valle. La cittadina di Saidu Sharif è attaccata a Mingora. A Saidu Sharif, cittadina dove si pernotta, c’è un bellissimo albergo coloniale che ti porta indietro nel tempo.

Storicamente lo Swat è stata una regione molto importante. Fu attraversato da Alessandro Magno che vi conquistò una roccaforte (oggi Udegram). Dal II secolo divenne una regione fervidamente buddhista. Padmasambhava nacque nella valle dello Swat nell’VIII secolo. È considerato il primo e più importante diffusore del buddhismo in Tibet, particolarmente del Vajrayana, e il fondatore del buddhismo Tibetano. La conquista islamica si deve al famoso e terribile sultano Mahmud di Ghazni (Ghazni in Afganistan) all’inizio dell’XI secolo. Mosse contro il nord-ovest del sub-continente indiano una guerra devastante e predatoria. Forse sanno che nella valle dell’Indo e in territorio afgano, la Missione Archeologica dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente di Roma (IsIAO, in precedenza IsMEO) opera da più di cinquant’anni. L’attività di ricerca italiana fu promossa a partire dal 1955 dal grande orientalista Giuseppe Tucci. Gli scavi avviati nelle aree sacre di Butkara, Panr e Saidu Sharif portarono alla luce molte sculture appartenenti all’arte del Gandhara e diedero un contributo fondamentale alla conoscenza dell’architettura e dell’arte buddhista. Nel 1963 la missione creò il Museo Archeologico di Saidu Sharif dove si trovano tutt’ora capolavori dell’arte Gandhara.

Il fiume Swat scende dalla catena montuosa himalayana del Hindu Kush e scorre di fianco a Mingora. Qui ha un letto molto ampio e, percorrendo la strada che va a monte, ci sono delle vedute grandiose del fiume. Quante volte ho fatto la strada da Mingora nella alta valle dello Swat, dove termina la strada carrozzabile! L’ultimo avamposto si chiama Kalam, da dove si gode un panorama di vette innevate alte 6000/6500 metri. Percorrendo la strada verso Kalam (piena di buchi) si segue sempre il corso del fiume. La prima parte è densamente popolata e il paesaggio è abbastanza ordinario. Una volta i paesi lungo il fiume oppure appena sopra il fiume erano affascinati. Le case avevano delle bellissime porte d’ingresso in legno di albicocco (credo) intarsiati finemente, alcune ‘antiche’ anche di cent’anni. Purtroppo sono stati tutti venduti agli antiquari. Poi c’erano delle moschee lignee di grande fascino. Oramai non ci sono più, cioè le moschee ci sono ancora, ma i pilastri intarsiati sono stati venduti o abbattuti e sostituiti con colonne di cemento. Che peccato!

Nell’ultimo viaggio che abbiamo fatto in Pakistan, nel 2006, abbiamo tolto l’escursione a Kalam per le ragioni indicate sopra: non vale più la pena. Sì, è vero che Kalam è bella ma se la giornata è nuvolosa si rischia di non vedere le vette innevate. Il viaggio poi prosegue sulla famosa Karakorum Highway (che ho già descritto nei miei racconti più volte) e di vedute stupende e di vette innevate non c’è fine.

Ritornando a Mingora, coloro che ci sono stati ricordano il mercato lungo la strada maestra. La strada è stretta e da entrambi i lati ci sono negozi di ogni genere per almeno un chilometro, se non di più. È un postaccio. Gli edifici sono fatiscenti e cadenti, ma non solo. Passano camion e corriere, spesso fanno fatica a passare, e il mercato diventa una camera a gas, irrespirabile. Saidu Sharif invece è più spostata all’interno. Dove si trova l’albergo, Swat Serena Lodge (facciamo un po’ di pubblicità per solidarietà) c’è molto verde e molta pace. È un edificio coloniale bianco con all’interno un ampio cortile con giardino. Mi ricordo con nostalgia di aver sorseggiato un ottimo te con biscotti seduto sulla poltrona di vimini nel giardino. Non si può bere Gin tonic perché l’alcol è proibito in Pakistan.

Mingora ora è completamente accerchiata dall'esercito del governo centrale, dove sono rimasti intrappolati migliaia di civili e dove è stato imposto il coprifuoco. In questo momento, difficilissimo per la popolazione della valle, pare molto lontano quello che disse negli anni Venti il giovane Winston Churchill, ufficiale dell’esercito britannico in visita: “Stando qui capisco perché scrivete tante poesie”.

1 commento:

feder84 ha detto...

La scorsa estate dovevo andare nello Swat, ma poi all'ultimo non ci hanno portato per questioni di sicurezza. Peccato perché sembrava davvero interessante...