mercoledì 28 aprile 2010

IMPREVISTI (LUNEDI’ 26 APRILE 2010)

La settimana scorsa è stata una settimana di fuoco, quasi letteralmente, a causa del vulcano islandese dal nome impronunciabile… comunque non perderei neanche un secondo per registrarlo nella mia mente. L’unica cosa che so è che inizia con la E. Ha causato una situazione insostenibile negli aeroporti per diversi giorni e purtroppo il nostro viaggio da Dallas a San Francisco è saltato… diciamo posticipato. Quattro dei membri del gruppo che chiamiamo ‘I quattro della Frontiera’ (La Frontiera è il nome del gruppo) sono riusciti ad arrivare in America da Monaco il 16 aprile, ma purtroppo gli altri 14 sono rimasti bloccati a Francoforte. Sono dovuti rientrare in Italia in treno senza le loro valigie. Domani (27 aprile), inshallah, partono per Dallas. ‘I quattro della Frontiera’ sono rimasti bloccati a Charlotte, in North Carolina, senza la possibilità di rientrare in Italia. Avrebbero dovuto aspettare sette o otto giorni per rientrare in Italia. Per ‘ammazzare’ il tempo siamo riusciti a portarli a Boston e poi a New York. Nel frattempo il prof. Stefano Cammelli è partito (giovedì 22 aprile) per San Francisco e lo stesso hanno fatto ‘I quattro della frontiera’ che hanno preso un volo da New York. Il tutto è stato rigorosamente fatto da noi, in ufficio, grazie alla tecnologia e ai biglietti ‘elettronici’. Così giovedì sera si sono incontrati felicemente a San Francisco presso l’albergo. Ora sono tra El Paso e Odessa nel Texas. Domani (sto scrivendo il 26 aprile) raggiungono Dallas. Depositano la macchina all’aeroporto di Dallas e incontrano il gruppo dall’Italia. Così, alla fine, faranno l’itinerario previsto, riprogrammato, lo stesso identico percorso, solo posticipato. Insomma è stata una sorta di odissea. Uno dei problemi maggiori è stato il fuso orario tra la California (dove si trova il nostro corrispondente) e noi. Ci sono 9 ore di differenza. La California è nove ore indietro. Perciò quando noi andiamo a letto, i californiani cominciano a lavorare. Inoltre non si sapeva esattamente quando il traffico aereo sarebbe stato ripristinato del tutto e in aggiunta non si sapeva se il maledetto vulcano avesse continuato a sputare in alto le sue benefiche ceneri!

Comunque, ora la ‘turbolenza’sembra passata. Quando si viaggia attorno al mondo bisogna essere preparati agli imprevisti e alle situazioni inattese. Mi ricordo quando nel mese di gennaio del 1993 eravamo in India del Sud e proprio in quei giorni ci sono stati degli scontri violenti tra Indù e musulmani a Bombay. Praticamente non si riusciva ad arrivare in città o ad andare dalla città all’aeroporto. Siamo partiti da Madras (Chennai) la sera prima rispetto al programma originale (allora non c’erano voli diretti da Madras all’Europa). Siamo arrivati a Bombay all’una di notte. Doveva venire a prenderci il bus dell’albergo Leela Kempinski agli arrivi nazionali. Però non c’era nessuno ad aspettarci così chiamo l’hotel che ci dice malinconicamente che il pullman non sarebbe arrivato a causa di assembramenti di ribelli lungo la strada… troppo pericoloso. A questo punto cosa facciamo? Rimaniamo in aeroporto tutta la notte? Allora gli spazi comuni dell’aeroporto nazionale erano fetidi e infestati da zanzare. Chiedo ai taxisti. Eravamo in 16 e con molta insistenza sono riuscito a trovare 4 baldi taxisti disposti a portarci pagando una follia (credo che abbiano costruito la casa con i soldi ricevuti). Potete immaginare 4 passeggeri per taxi + l’autista + le valigie (sapete che molti hanno dei bauli). Non so come abbiamo fatto ma, stracolmi, abbiamo attraversato strade deserte incontrando di tanto in tanto assembramenti di persone vicini a fuochi accesi. I taxisti guidavano come pazzi (giustamente) e a zig-zag per evitare di essere fermati. Insomma siamo arrivati sani e salvi, ma molto provati. Mi sono preso una bella responsabilità! Lo scalo nazionale non è insieme allo scalo internazionale anche se l’area dell’aeroporto è la stessa. L’albergo Leela Kempinski dista una ventina di minuti dallo scalo nazionale mentre si trova praticamente di fronte allo scalo internazionale. Siamo riusciti ad avere più o meno tutte le camere in un arco di un’ora. Sono stato l’ultimo ad occupare la camera dopo aver bevuto credo una quindicina di tazze di tè. Vado a letto ma solo per pochi secondi. Sento il rumore di zanzare attorno a me. Mi alzo, gli dò la caccia, ne spatacco qualcuna (la parete si macchia di rosso). Ma loro continuano a ronzare imperterrite. Guardo la finestra: è chiusa. È un mistero. Da dove vengono? Dopo una notte insonne, al mattino nella luce del giorno ispeziono la finestra di nuovo e vedo una piccola apertura quasi impercettibile da dove entrano le zanzare. Potete immaginare il seguito: mi sono precipitato giù alla ricezione e gliene ho dette di tutti i colori. Oggi la situazione a Bombay è migliorata notevolmente per quanto riguarda l’igiene. Leela Kempinski è un albergo di superlusso, molto bello e pulito, ma allora la città era sporca, piena di immondizia per la strada. Oggi la situazione è cambiata, perciò non temete. Per concludere, non siamo riusciti a visitare Bombay. Siamo rimasti in albergo tutto il giorno a non fare nulla e riposare. Comunque siamo riusciti a recarci alle partenze internazionali senza intoppi.

Gli imprevisti sono sempre in agguato quando si viaggia. Ripensando poi a quello che è successo quando si torna a casa diventa un argomento di conversazione, quasi un vanto di aver superato certi imprevisti!

Il prossimo racconto sarà molto più romantico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti il tuo blog è molto bello...tornerò presto a leggerlo...