lunedì 19 aprile 2010

IL MONDO

È da un po’ che non scrivo e mi dispiace. Purtroppo è stato un periodo convulso e mi sono arenato un pochino. Ma eccomi qua di nuovo a fare qualche riflessione. Il mondo diventa sempre più piccolo ma nello stesso tempo sempre più lontano. Sembra una contraddizione ma non lo è. La globalizzazione ha unito i popoli sotto diversi aspetti: scambi commerciali, business, finanza, nazioni multietniche. Internet perversa. Un secondo dopo un avvenimento catastrofico o meno siamo bombardati di supposizioni di quello che sembra stia accadendo. Le notizie poi si gonfiano, si allargano, si ingrandiscono oppure si perdono nell’oblio. Siamo globali ma siamo ancora più distanti. Guardiamo a volte con noia persone che arrivano da noi da paesi in via di sviluppo. Ci rendiamo conto che la mentalità, i costumi sono così diversi che c’è chi li ignora completamente. Non voglio fare un discorso alla Cammelli, che probabilmente troverebbe le mie parole riprovevoli, ma voglio parlare del mondo, delle meraviglie che il monda cela, a volte - meno male - gelosamente. Il Pakistan per il momento è ‘off-limits’ ma mi vengono i brividi giù per la schiena quando penso alla maestosità delle vette, della Valle di Hunza, incastonata tra picchi irreali, sotto la grandezza di Rakaposhi. Il verde intenso della valle contrasta con le immani pareti rocciose che si alzano verticalmente per poi diventare di un bianco candido e splendente… sono le nevi perenni e i ghiacciai, alcuni dei più immensi della terra. E che dire del Taj Mahal ad Agra, il mausoleo più famoso del mondo. È un deja-vu? Lo vediamo fotografato ovunque. Ma quando ce lo si vede davanti, maestoso, poderoso ma anche soave, elegante e avvolto da un’aureola luminosa, uno si rende conto che la realtà della visione è strabiliante. E la città di Calcutta? Caotica, inquinata, una massa umana, edifici fatiscenti, povertà. Sì, è tutto questo, ma viverla ti rende una persona migliore. Gli edifici coloniali con la storia del raj britannico, città nata dal nulla in un acquitrino malsano, scelto per la posizione strategica ma anche per la ricchezza del suolo alluvionale e la produzione di jutta. E che dire dei quartieri popolari, i templi dedicati alla dea Kali, patrona della città, l’orfanotrofio di Madre Teresa di Calcutta, il fiume Hooghly, i musei, la sua storica università? È la città delle belle arti e della cultura. Si respira non soltanto l’inquinamento ma anche tutto questo. E che dire di Kyoto in Giappone, con i suoi innumerevoli templi e giardini zen, la pace di questi posti, la natura che viene ‘scolpita’ da mano umana? E il Perito Moreno in Patagonia? È un immenso ghiacciaio che si spinge nel lago argentino. Il ghiacciaio pulsa, è vivo, perché è uno dei pochi ghiacciai in continuo movimento. È incredibile osservarlo dalle piattaforme e contemplare il fronte del ghiacciaio dove enormi blocchi di ghiaccio crollano con uno strepitio da brivido… uno spettacolo veramente avvincente e indimenticabile. E che dire della città armena di Ani, oggi in territorio turco e confinante con l’Armenia? Fu conosciuta come ‘la città delle quaranta porte’ e la ‘città dalle centouno chiese’ rivale addirittura di Costantinopoli. Oggi rimangono delle suggestive rovine. È un piacere camminare tra le rovine delle antiche chiese, alcune ancora affrescate in parte. E le isole Eolie? Roma? Segesta? Stonehenge? Si potrebbe andare avanti. Davanti a questi capolavori della natura e dell’opera dell’uomo non ci sentiamo piccoli? Si, è vero, siamo allarmati da tutto ciò che succede nel mondo, dai ‘venti sferzanti’ che ci colpiscono tutti i santi giorni ma se ci fermiamo e riflettiamo sulle bellezze della terra, del sapere, dell’arte, della letteratura… allora ci sentiamo meglio e affrancati per affrontare le prove di tutti i giorni. Viaggiare anche in mezzo a tante difficoltà ci dà la gioia di vivere.

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