venerdì 6 febbraio 2009

BOMBAY

Dopo i fattacci di Bombay (Mumbai), vorrei parlare ancora di questa città incredibile, autoproclamatasi urbs prima in Indis. Molte volte mi domando come faccia Bombay ad andare avanti. È una megalopoli con una quindicina di milioni di abitanti. Ha dei grossi problemi di funzionamento. Molti condomini, anche quelli nuovi, non ricevono acqua per molte ore al giorno e spesso nei piani alti arriva soltanto di notte. Forse per la forte umidità, le case sono fatiscenti e anche quelli nuovi si deteriorano molto presto. Bombay ha la bidonville più grande dell’Asia, una vera città nella città. Milioni di persone non hanno servizi igienici. Esistono bagni comuni ma sono talmente stipati che le persone preferiscono fare i loro bisogni fuori. Le donne escono a fare i loro bisogni soprattutto di notte, per non essere viste. Insomma è una situazione difficile!

Eppure Bombay è anche una città elegante, ha una bellissima passeggiata lungo la baia, edifici coloniali di prim’ordine come Victoria Station, il Museo Prince of Wales, il vecchio Taj Hotel, Crawford Market, l’Università, l’Alta Corte e molti altri. Alcune delle vecchie case di Bombay hanno dei bellissimi balconi in ferro battuto, altre in legno. Di solito non si ha mai la possibilità di visitare Victoria Station, perché i pullman turistici non possono fermarsi. Bisogna andarci a piedi oppure prendere un taxi. Vale la pena visitarla e non soltanto per l’architettura. Sembra un po’ St. Pancras Station di Londra, ma è ancora più imponente. Centinaia di migliaia di persone arrivano in città dai sobborghi ogni giorno. E’ sorprendente vedere quanti treni entrano ed escono, soprattutto durante gli orari di punta. Gli scompartimenti sono stipati, alcuni non hanno sedili, si rimane in piedi. Quando i passeggeri scendono sui binari, la folla è immensa.
Ho preso il treno da Victoria Station più volte. Una volta per andare ad Ambarnath, una cittadina a nord di Bombay, dove c’è un antico tempio dedicato a Shiva risalente al nono secolo. È un po’ in rovina ma è aperto al culto. Ci sono sempre tanti adoratori che fanno la fila per recarsi nella cella interna e offrire incenso e fiori alla divinità. La ricca decorazione scultorea rende il tempio di grande interesse. Come sapete, spesso i templi sono vicino ai corsi d’acqua, e Ambarnath non è da meno. Ma il corso d’acqua è maleodorante e sudicio. Peccato, ma Bombay è così. Non credo che valga lo sforzo di fare un’escursione in pullman. Uscire da Bombay in macchina è sempre traumatico. Prendere il treno suburbano da Victoria Station per Ambarnath è di per sé un’esperienza, credo che ne valga veramente la pena. Poi dalla stazione di Ambarnath si può prendere un triciclo fino al tempio, oppure andare a piedi. Basta seguire la folla!
Il porto di Bombay è uno dei più importanti del subcontinente indiano. Andando all’isola Elephanta dalla Porta dell’India, si intravede in distanza il porto commerciale. È sorprendente come i ‘terroristi’ siano riusciti ad arrivare in gommone con tutte le loro armi e granate. Ci sono diversi bastimenti militari nella baia!
Per conoscere bene Bombay bisogna girarla a piedi: un’impresa difficile, perché le distanze sono notevoli. Bisognerebbe dedicare una giornata intera a gironzolare per Colaba, la zona della Porta dell’India, osservare gli edifici, fermarsi nei negozi, visitare il mercato di Crawford, entrare nella stazione di Victoria, e visitare il Museo, che ha una ricca collezione archeologica e contiene anche una bellissima collezione di miniature.
Insomma Bombay è una metropoli sorprendente, sia nel bene che nel male. È un crogiuolo di umanità, pullula di umanità. I nuovi condomini sovrastano la bidonville. Non credo che coloro che abitano nelle catapecchie gradirebbero vivere in un alveare, anche se gli appartamentini dispongono di servizi privati.
Il santo protettore di Bombay è Ganesha, il Signore del buon auspicio, direi adatto ad una città così dinamica, centro dell’economia del subcontinente. La festa in onore di Ganesha a Bombay è molto sentita ed è frequentata da milioni di persone. Non è necessario andare a Bombay per vedere la festa, ce n’è una anche a Parigi!!
Un libro straordinario da leggere su Bombay è Maximum City di Suketu Mehta. Salman Rushdie ha scritto di questo libro: “Straordinario... La qualità investigativa del reportage di Mehta, l'abilità con cui persuade gangster e assassini a raccontare le loro storie, sono sorprendenti. È il miglior libro scritto finora su questa grande metropoli in rovina, e merita assolutamente di essere letto”.

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