venerdì 9 maggio 2008

Ajanta

Recentemente sono tornato da Ajanta in India. È famosa per le grotte affrescate. Ho visitato Ajanta molte volte nel passato, ma sempre con grande insoddisfazione perché c’era sempre tanta folla e rumore e le grotte buie senza illuminazione. Anche vedere un lembo di affresco era impossibile, un vero strazio. I custodi avevano le torce ma spesso non funzionavano, batterie scariche, oppure la luce era talmente bassa che era tutto inutile. I custodi avevano anche un grande specchio che tenevano in alto sulle mani all’ingresso di una grotta per catturare i raggi del sole. Nelle giornate nuvolose e piovose era un problema. Ma la luce colpiva soltanto la parte di fronte all’ingresso. Gli affreschi ai lati rimanevano sempre al buio. Questa volta invece sono arrivato piuttosto presto e non c’era nessuno o quasi. Non parlo dei nostri gruppi che sono sempre composti da poche persone. Parlo proprio degli indiani che da qualche anno sono tanti, troppi, tantissimi!!!! (radio, matrone ingioiellate, bambini scalmanati, tutti che parlano ad alta voce…). A volte ci sono gruppi di indiani formati da 40, 50 e anche 60 persone. Spesso la loro guida ha il megafono, per forza, altrimenti come farebbero a sentire le spiegazioni? Il problema è che tutti gli altri sentono anche a lunga distanza perché le grotte di Ajanta occupano una scarpata a forma di ferro di cavallo che dà su una stretta gola e di conseguenza il rumore si amplifica. Questa volta sono stato fortunato, forse per il periodo dell’anno oppure perché era un giorno feriale, non lo so. Ma non è finita qui, le grotte sono finalmente illuminate bene da luci fredde grazie ai contributi dell’Unesco (Ajanta è patrimonio universale). Ora è un vero piacere entrare nelle grotte. Mi ripeto, nel passato fare la visita era frustrante nonostante la bellezza delle grotte. Si usciva sfiniti e arrabbiati. Ora è una vera gioia. Devo ritornare ancora, un augurio anche per tutti voi.

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