martedì 18 maggio 2010

MONASTERI RUPESTRI

Ritorniamo alla mia amata India dopo qualche assenza. Ho descritto in alcuni episodi il bellissimo e travolgente viaggio chiamato ‘Arte del Tempio’ da Calcutta a Bombay o viceversa. È un percorso straordinario non soltanto per l’arte ma anche per l’ambiente umano in cui si svolge. Viaggiare in treno è un’esperienza unica in India per quanto riguarda lo stare a contatto con la gente. Eravamo arrivati a parlare della nostra partenza da Bhopal. È sempre un piacere ricordare la vicina Sanchi, importante centro buddhista. Il Grande Stupa (dove si conservano le reliquie del Buddha), fu originariamente commissionato dall’imperatore Ashoka il Grande nel III secolo a.C. Il primo edificio era una struttura emisferica in mattoni con un tetto a forma di parasole. Dopo diverse vicissitudini, la dinastia Satavahana (I sec. a.C.) costruì le porte monumentali (torana) e le balaustre. Le porte sono ricoperte di sculture con scene della vita del Buddha ma anche rappresentazioni di vita quotidiana. Comunque è un posto di grande fascino e interesse. Da Bhopal, capitale dello stato Madhya Pradesh, si prende il treno per Jalgaon, nello stato di Maharashtra (dove si trova Bombay per intendersi). Jalgaon è una città moderna con vaste zone industriali, niente di che, ma è famosa per la produzione di banane: produce più del sedici percento delle banane in India. La città è brutta. Ci sono diversi alberghi belli forse per gli indiani ma brutti e tristi per noi. Comunque si può pernottare una notte. Perché bisogna fermarsi a Jalgaon? Per la vicinanza delle grotte buddhiste di Ajanta. Ne abbiamo parlato più volte ma vale la pena ritornare sull’argomento. La posizione delle grotte è di grande fascino e formano un grande complesso monastico buddhista. Furono scoperte per caso nel 1819 durante una battuta di caccia da un gruppo di ufficiali inglesi. Alcune grotte sono affrescate. Nella grotta numero due - credo -, sulla parete sinistra c’è una bellissima raffigurazione della storia dell’annuncio della nascita del Buddha sotto forma di sogno. Quasi in fondo alla scarpata a forma di zoccolo di cavallo si trova una grotta fantastica con la volta a botte nervata in pietra. Ci sono ventisei colonne. Nella navata sinistra c’è un enorme Buddha sdraiato in paranirvana. È una grotta/santuario di grande fascino e suggestione. Questo è solo un piccolo assaggio di quello che si può vedere in questo straordinario posto. Da Ajanta raggiungiamo la città di Aurangabad per un’altra sorpresa: le grotte di Ellora. Sono tante e divise tra grotte buddhiste, grotte jaina e grotte indù. La posizione geografica è meno affascinante di Ajanta ma le grotte non sono da meno. Qui la meraviglia è architettonica soprattutto, ma non soltanto, per il tempio di Kailasa, completamente scavato nella roccia all’interno di un cortile. È qualche cosa di inimmaginabile e di straordinario. È difficile credere che prima c’era soltanto una parete della roccia di origine vulcanica. Il tempio è un blocco unico! Incredibile! Ellora mi fa venire in mente il discorso che Monica Guidolin ha fatto in un recente viaggio in India sui ‘Thugs’ dalla lingua hindi thag (Thug è una parola Inglese che vuol dire criminale, ladro, assassino). Credo che in indi voglia dire ‘ingannatore’. Nel l’800 le grotte furono circondate da una fama sinistra per la presenza dei thugs, una società segreta indiana devota alla dea Kalì e composta da religiosi fanatici, sia indù sia musulmani, che assalivano i viandanti per rubarli e ucciderli secondo un antico rituale. I Thugs avevano lo scopo di ingraziarsi la loro divinità ispiratrice e protettrice, appunto la dea Kalì, guadagnando così meriti per sfuggire all’eterno ciclo della reincarnazione. E ciò non solo per se stessi ma anche per le loro vittime. Prevedeva l’uccisione per strangolamento con una sciarpa di seta. Era importante che avvenisse senza spargimento di sangue. Dopo l’uccisione le vittime venivano bruciate. Alla fine vennero sgominati dagli Inglesi grazie alla presenza nelle loro file di infiltrati. È una curiosità molto interessante. Ritornando al nostro viaggio, le grotte di Ajanta ed Ellora valgono un viaggio in India. In effetti ne ho parlato più volte ma se le mie parole inducono i lettori a fare un viaggio da quelle parti allora sono contento!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie Mike per il piacevole racconto e per aver citato i "famigerati e terribili" Thugs.
Buon lavoro, a presto
Monica Guidolin