giovedì 2 aprile 2009

Tamil Nadu: non solo templi

Ritorniamo a parlare dell’India e dello stato dell’India meridionale Tamil Nadu.
Il Tamil Nadu si trova nell’India del sud ed è uno stato molto popoloso (circa 67 milioni di abitanti). È un posto faticoso perché ci sono folle dappertutto: nelle città, nei templi, nelle campagne, e nei villaggi. I villaggi poi sono fitti, uno dopo l’altro. È molto diverso da alcune zone di un altro stato dell’India meridionale, il Karnataka, dove c’è silenzio e poca gente, beh… molta meno gente.
I templi del Tamil Nadu sono grandiosi grazie al susseguirsi di dinastie indu dei Pallava, Pandya e Chola e poi un revival dei Pallava. Kanchipuram fu la capitale della dinastia Pallava, Madurai fu la capitale dei Pandya mentre i Chola costruirono una nuova capitale dopo una vittoria chiamata Gangaikondacholapuram. Tutte queste ex-capitali custodiscono le meravigliose opere templari di queste dinastie. Ho parlato del Tamil Nadu diverso tempo fa e dell’ubriacata di templi che uno fa in un viaggio nell’India del sud. Ci vuole un forte temperamento e grande amore per l’arte indiana per ‘reggere’ mentalmente, emotivamente e fisicamente alla fatica. In realtà il Tamil Nadu non ‘offre’ soltanto templi ma anche bei paesaggi tropicali. I templi spesso si trovano in mezzo alla vegetazione lussurreggiante e questo aumenta il fascino del templi stessi.
Chi è stato in India certamente conosce Mahamallapuram, più conosciuto come Mahalipuram, a una cinquantina di chilometri a sud di Madras (Chennai), noto per il tempio sulla spiaggia. Mahalipuram fu una specie di officina di produzione artistica divisa in tre fasi, ciascuna delle quali prende il nome del sovrano commitente. Comprende un’area molto grande e non soltanto i monumenti nelle vicinanze della spiaggia. Per esempio a 5 km dal tempio sulla spiaggia si trova la cosiddetta ‘grotta della tigre’ dedicata alla dea Durga dell’officina dei Pallava. Ma ci sono molte altre sorprese nei dintorni.I templi funzionanti, cioè quelli che non sono sotto la tutela dell’Archaeological Survey of India, come ad esempio il tempio a Gangaikondacholapuram, sono sempre stracolmi di pellegrini. C’è tutta un’altra atmosfera rispetto ai templi dell’India settentrionale o dell’Orissa. Si dice che il Tamil Nadu sia la vera India, dove si è a contatto con gli adoratori e i pellegrini e non ‘semplicemente’ in un monumento stupendo ma senza vita. Dato che il Tamil Nadu è faticoso, essere attorniato da centinaia di persone rende la situazione ancora più pesante, ma certamente l’impatto è incredibile. Molti dei templi del Tamil Nadu sono circondati da mura e l’avvicinamento al sancto sanctorum è un percorso lungo e molto graduale.
Per esempio a Srirangam, sul fiume Kaveri, di fronte alla città di Trichy, si trova il grande tempio di Ranganatha, una città-tempio consacrata a Vishnu. Il tempio più antico non esiste più. Questo fiorire di mura, cortili e passaggi che conducono al grembo del tempio è molto più recente. È un graduale meditabondo cammino per raggiungere la divinità. Bisogna togliere le scarpe all’ingresso principale del tempio e fare tutto il cammino scalzi fino al santuario. Per noi è faticoso togliersi sempre le scarpe, e verso la fine di un viaggio in Tamil Nadu qualcuno non ne può più e decide di rimanere fuori. È un peccato, ma come dicevo prima, ci vuole una forte motivazione per apprezzare l’arte del sud ed essere disposti a farsi avvolgere dall’ ambiente, dalla folla, dagli odori e dalla forte sensualità che questi templi emanano.
Alcuni dicono che i templi indu sono tutti uguali. Alcuni americani dicono che le chiese in Italia sono tutte uguali! Che eresia! In effetti a uno sguardo disattento può sembrare così, ma in realtà ogni tempio ha il suo capolavoro, ogni tempio ha la sua caratteristica e la sua atmosfera. Certo bisogna sapere cosa e dove guardare, e non è facile soprattutto nelle città-templi del Tamil Nadu così immensi.
Ma ripeto, il Tamil Nadu non è soltanto ‘templi’. Ad esempio c’è un bellissimo parco naturale nelle vicinanze del mare a sud di Nagapattinam dove si trova una riserva di mangrovie tra le più importanti dell’Asia. È una fatica mostruosa arrivarci perché la strada è stretta e piena di buchi (chissà se l’hanno sistemata ora). Si prende un battello e si naviga in mezzo alle mongrovie, molto bello. L’unico problema è che non si possono fare foto perché è una zona protetta, non so per quale motivo. Siamo stati seguiti per quasi tutto il tempo dai ‘rangers’. Alcuni, che ritengono indispensabile fare foto, ci rimangono molto male e non si godono la navigazione. Non posso dargli torto ma purtroppo in India succedono queste cose inspiegabili. Almeno ci fosse un bel libro o un catologo con belle foto da acquistare. Macché, non c’è assolutamente niente.
Una cosa ‘assurda’ o meglio ancora ‘divertente’ dell’India è che quando c’è un piccolo negozio in un tempio oppure alla biglietteria dove vendono libri spesso non ci sono pubblicazioni di quel monumento appena visitato ma di altri, forse in altri luoghi lontani. Non bisogna mai disperare, prima o poi si trovano publicazioni, belle o brutte che siano, magari a Hong Kong!
Ripeto ancora: il Tamil Nadu ha molte altre cose oltre ai templi. Chettinad, per esempio, è la casa nativa dei Nattukottai Chettiars, una prospera comunità di bancari e uomini d’affari, commercianti che migrarono nel sud-est dell’Asia nel IX e inizio XX sec. È un patrimonio artistico e architettonico. Alcune delle ville risalgono al XVIII secolo. Sono abbellite di marmi e tek birmano. È una cosa veramente sorprendente: una zona sconosciuta ai più, paragonabile agli Haveli del Rajasthan, le case dipinte dei commercianti. Chi può mai immaginare che ci siano paesini formati da belle case del XVIII secolo in mezzo al Tamil Nadu? Ma non finisce qui. Ci sono tante altre sorprese. Ne parlerò un’altra volta.

Nessun commento: