La settimana scorsa ho parlato del Pakistan, dell’esperienza lungo la Karakoroum Highway verso il confine cinese e dell’interruzione della strada a causa di una fiumana d’acqua. Abbiamo dovuto superare la ‘falla’ facendo una specie di ‘trekking’, salendo per un’altura scivolosa per discendere infine sulla strada. Dall’altra parte siamo riusciti a prendere dei mezzi per superare il passo ed arrivare a Tashkorgan, il primo paese di una certa consistenza che s’incontra dalla parte cinese.
A Tashkorgan ci siamo riuniti in albergo. Il giorno successivo siamo partiti per Kashgar. La strada allora era infida (oggi c’è una strada nuova). Ad un certo punto si percorre una valle, o piuttosto il letto di un torrente, che d’estate si riempie a causa dello scioglimento delle nevi. Per attraversare certi corsi d’acqua che provenivano dalle montagne e che s’immettevano nel torrente siamo scesi dal pullman mille volte per attraversare l’ostacolo a piedi altrimenti, con il peso, c’era la probabilità di rimanere impantanati.
Mi ricordo che lungo il percorso, mentre noi eravamo fermi nei pressi di un corso d’acqua con il fondo fangoso, è passata una lussuosa macchina cinese, una specie di macchina blu, probabilmente con personaggi politici all’interno. Ci superano con ‘non-chalance’. La macchina entra nell’acqua corrente e ad un certo punto si ferma. L’autista, furbo, accelera e le ruote affondano sempre di più nel fango. Escono tutti dalla macchina bagnandosi e sporcandosi di fango fino al ginocchio. È stato uno spettacolo divertente!
Noi in qualche modo abbiamo attraversato l’ostacolo a piedi cercando un passaggio più a monte. L’autista del nostro mezzo ha buttato pietre sul fondo, ha trovato un asse di legno e è riuscito, in qualche modo, ad attraversare il guado senza compromettere le nostre valige. Dunque il maltempo ci ha preceduto fino ad Urumqi a migliaia di chilometri da Tashkorgan.
Ad Aksu, sempre nella regione cinese dello Sinkiang (Xinjiang) tra Kashgar e Kuqa, un fortissimo temporale in montagna aveva gonfiato il torrente. La massa d’acqua scendeva verso Aksu e scardinava il ponte, che era pericolante e chiuso a tempo indeterminato. Cosa potevamo fare? Tra l’altro ad Aksu non c’era niente da vedere o visitare, era una specie di oasi nel deserto e basta. Allora è intervenuto il locale ministro del turismo ed altri funzionari. Sono andato in jeep con i responsabili a vedere una strada alternativa. C’era un altro ponte diversi chilometri a sud di Aksu che attraversava il torrente. Il ponte però non veniva usato da mezzi pesanti.
Decidiamo di provare. Nel frattempo il gruppo era in albergo ad ascoltare una conferenza del nostro professore. Mi ero raccomandato che non si allontanassero dall’albergo. Saliamo tutti sul pullman velocemente e partiamo. Percorriamo il ponte a piedi e il nostro pullman attraversa senza problemi. Né la guida né l’autista però conoscono la via per ritornare sulla strada maestra. La strada che è stretta e sterrata. Ad un certo punto chiediamo ad una famigliola di darci delle indicazioni, perché ogni tanto ci sono dei bivi. Loro stanno andando al mercato e dicono che dalla cittadina dove sono diretti la strada conduce alla strada principale. Li prendiamo su. Ci indicano il percorso. Arriviamo al paese dove si trova il mercato. La bella famigliola scende. Non ci fermiamo perché la priorità è trovare la strada maestra.
Proseguiamo ma dopo qualche chilometro c’è un ostacolo. Stanno costruendo la nuova ferroviaria che collegherà Kashgar ad Urumqi e la linea rimane rialzata rispetto alla strada. Sicuramente il pullman toccherà sotto. Di nuovo scendiamo e questa volta dobbiamo scaricare anche le valige. Il fondo del pullman tocca leggermente i binari della ferrovia, ma, dopo un’accurata ispezione dell’autista, ripartiamo con le valige! Da quando siamo partiti da Aksu sono passate tre ore, ma poco dopo sbuchiamo sulla strada maestra. Abbiamo fatto soltanto 70 km! Nonostante tutte le difficoltà del percorso non perdiamo neanche una visita e riusciamo ad arrivare ad Urumqi senza alcun ritardo.
Il nostro corrispondente di Urumqi era molto preoccupato perché aveva perso le nostre tracce, le linee telefoniche erano interrotte a causa dei forti temporali e del vento. La cosa strana è che abbiamo sempre avuto bel tempo… I temporali ci precedevano di un giorno lasciando disastri, smottamenti e frane. Credo di non essere mai sceso e salito dal pullman così tante volte come in questo viaggio. Comunque il gruppo è stato fantastico e molto collaborativo e ci siamo poi divertiti un mondo.
Viaggiare è faticoso, soprattutto quando si cambia albergo tutte le notti o quasi. Ma viaggiare per vedere e capire è certamente gratificante, anche quando sorgono disagi come in questo caso. Anzi, come ho detto più volte, i viaggi con forti disagi, che poi finiscono bene, assumono col tempo un’aurea mistica che rimane indelebilmente nella memoria. Cosa si racconta altrimenti agli amici?
Buone feste a tutti e un arrivederci a gennaio!
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