È da un po’ che non scrivo e mi dispiace. Sono stati mesi particolari anche sul lavoro. Sono appena rientrato dal Giappone, un viaggio indimenticabile. Magari ne parlerò un’altra volta. Ora torniamo alla mia amata India.
Dovevamo partire alle 7:30 da Khajuraho ma l’agenzia locale ha insistito per farci partire presto per via della festa “Holi” e la possibilità di essere fermati lungo il percorso nei villaggi ed essere spruzzati dai malefici colori della festa.
Holi è la festa dei colori. È uno dei momenti più attesi dell’anno. Si celebra tra la fine del mese di febbraio e l’inizio di marzo, nel primo plenilunio che per il calendario indiano segna il passaggio dall’inverno alla primavera. E’ una festa collettiva che coinvolge tutti. Consiste nello spruzzarsi reciprocamente con acqua mista a polveri di colori trasformandosi in veri e propri arcobaleni e nel bruciare in un grande falò la demoniaca Holika.
L'origine dei festival si perde in diverse leggende della mitologia indiana. Le prime testimonianze si trovano incise su una pietra ritrovata a Ramgarh. I significati simbolici di questa festività della Primavera sono molteplici, legati alla stagione della rinascita del rinnovamento, alla fertilità (buoni raccolti, salute per gli animali, la vittoria del bene sul male ecc.). Nella tradizione della medicina ayurvedica l’uso del colore è una vera terapia che costituisce per la psiche e l’umore una fonte di buon umore e benessere.
Partiamo così alle 5 per Orccha. Percorriamo dei bei paesaggi campestri con l’alba che comincia ad illuminare le campagne e i piccoli villaggi lungo il percorso. Vediamo le donne rientrare dalla fonte con vasi d’acqua sulla testa. Nessun intoppo, i ragazzi dei villaggi sono ancora a letto. Arriviamo presto ad Orccha verso le 9:15. Orccha fu capitale dei re Bundela fondata nel 1531. Iniziamo le visite alle 9:45.visitando i 14 chhatri (cenotafi) dei governatori, proprio di fianco all’albergo e poi il fiume Betwa. Si rientra in albergo per prendere possesso delle camere e quindi si esce di nuovo, questa volta in pullman, per visitare il tempio di Chaturbhuj dedicato a Vishnu. Sembra di entrare in una moschea: ha sale immense. Impressionante la guglia svettante. Dopo pranzo riprendiamo il pullman per raggiungere il tempio di Lakshmi Narayan, noto per le sue pitture con scene religiose e civili. In seguito visitiamo i due palazzi sull’isolotto circondato dal fiume Betwa, Rajah Mahal e Jahangiri Mahal, eccellente esempio di architettura rajput Bundela costruito in onore dell’imperatore moghul Jahangir. Il palazzo squadrato in arenaria rossa è molto elegante. Bellissima la porta d’ingresso (di dietro rispetto all’ingresso attuale) affiancata da elefanti di pietra. Insomma un’altra giornata di grande soddisfazione.
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