Uno dei viaggi più belli che si possono fare in India è il viaggio intitolato ‘Arte del Tempio’ che si svolge da Calcutta a Bombay o viceversa seguendo una specie di semi-luna. Il viaggio è complesso e le tappe sono tante, ma è superlativo. Vorrei parlare di alcuni episodi del viaggio.
Varanasi o Benares o Kashi sul fiume Gange è dove ogni Induista desidera che vengano sparse le proprie ceneri. Le pire per la cremazione ardono 24 ore su 24. Ogni sera, al tramonto, i brahmini danzano tenendo in mano delle sculture di luce, mentre le centinaia di persone che assistono, da terra e dal fiume, affidano alla "madre Ganga" delle fiammelle che rappresentano i propri sogni. Dopo un percorso in risciò attraverso le affollatissime strade di Benares si arriva sui ‘ghats’, delle rampe di scale di pietra che terminano all'interno dell'acqua del fiume. Si prende il battello. Dal fiume si gode una fantastica vista degli edifici imponenti che sovrastano il fiume inerpicati sopra i ‘ghats’; ci sono persone che si lavano, altre che fanno il bagno, una folla che esegue le abluzioni rituali, c’è chi è caduto in trance seduto su un muretto, ci sono i lava-panni che li sbattono sulle scale o su una roccia che affiora dal fiume e naturalmente ci sono le pire (cremation grounds). Ritornati sulla terraferma, è un’esperienza incredibile fare una passeggiata attraverso i vicoli di Benares, strettissimi. La folla è formata sia da uomini e donne che da vacche. Di grande interesse è visitare una casa caratteristica proprio nel centro storico dove il padrone prepara essenze e profumi; tre mucche lamentose si trovano al centro del cortile perché hanno fame.
Nelle vicinanze di Varanasi si trova il sito importantissimo di Sarnath che costituisce uno dei quattro centri sacri del buddhismo. Nel parco delle gazzelle di Sarnath, il Buddha tenne il suo primo sermone, la ‘messa in moto della ruota della legge’. Si trovano resti di monasteri e stupa. Il museo è strepitoso: custodisce dei pezzi straordinari.
Si può arrivare fino al villaggio medievale di Orccha, dopo aver percorso da Varanasi diverse contrade. Siamo partiti da Khajuraho in pullman. Dovevamo partire alle 7:30 ma il corrispondente locale ha insistito per farci partire presto per via della festa chiamata “Holi”. Secondo loro c’era la possibilità di essere fermati e trattenuti lungo il percorso nei villaggi. Il perché lo capirete leggendo sotto. Holi è il festival dei colori, uno dei momenti più attesi dell’anno. Si celebra tra la fine del mese di febbraio e l’inizio di marzo, nel primo plenilunio che per il calendario indiano segna il passaggio dall’inverno alla primavera. È una festa collettiva che coinvolge tutta la popolazione, e la cosa che diverte più la gente è spruzzarsi reciprocamente con acqua mista a polveri di diversi colori. Portano a bruciare il pupazzo snodato del demone Holika. ll demone Holika imprigiona durante l’inverno la natura e gli uomini in una gelida stasi, frena l’anelito dei semi alla vita, gli slanci d’amore, tarpa le ali agli uccelli. Soltanto quando il suo malefico simulacro sarà ridotto in cenere, il cupo inverno avrà ceduto il passo alla radiosa primavera. L’origine dell'Holi festival si perde in diverse leggende della mitologia indiana (simile a Tammuz, la divinità mesopotamica Dumuzi, il cui culto si diffuse in tutto l'oriente mediterraneo, inclusa la Grecia, ove prese il nome di Adone, paredro della dea della fertilità Astarte, la cui morte e risurrezione rappresentava il periodico rigenerarsi della vegetazione a primavera). Comunque anziché partire alle 7:30 partiamo alle 5. Percorriamo dei bei paesaggi e vediamo l’alba, le donne che si recano alla fonte o che rientrano dalla fonte con vasi d’acqua sulla testa. Arriviamo presto ad Orccha, circa 4 ore dopo, senza intoppo e senza essere spruzzati con quella malefica sostanza. Orccha fu la capitale dei re Bundela fondata nel 1531. Iniziamo subito le visite, prima tappa: i 14 chhatri (cenotafi) dei governatori, proprio di fianco all’albergo e poi il fiume Betwa. Visitiamo il tempio di Chaturbhuj dedicato a Vishnu. Sembra di entrare in una moschea: ha sale immense. Impressionante la guglia svettante. Dopo pranzo riprendiamo il pullman per raggiungere il tempio di Lakshmi Narayan, noto per le sue pitture con scene religiose e civili. In seguito visitiamo i due palazzi sull’isolotto circondato dal fiume Betwa, Rajah Mahal e Jahangiri Mahal, eccellente esempio di architettura rajput Bundela costruito in onore dell’imperatore moghul Jahangir. Il palazzo squadrato in arenaria rossa è molto elegante. Bellissima la porta d’ingresso (dietro rispetto all’ingresso attuale) affiancata da elefanti di pietra.
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