Le alte valli nascoste della catena Karakoram sono qualche cosa di inimmaginabile. Di solito si percorre la cosiddetta Karakoram Highway fino al passo Khunjerab, da dove si passa in Cina Occidentale. Nelle alte valli del Karakoram vivono sia sunniti che sciiti. C’è una valle popolata da sciiti e una valle popolata da sunniti, che, tra l’altro, si guardano in cagnesco. Da Gilgit si può accedere a queste alte valli nascoste. Un percorso particolarmente coinvolgente è quello che porta all’alta valle di Bagrot. Quando si inizia a salire con la jeep su impervie strade a gomito, che a volte sembrano delle mulattiere, si vedono spuntar fuori tante vette innevate che si stagliano nitide nel cielo. Uno si chiede com’è possibile tale bellezza!
La distanza da Gilgt a Bagrot non è tanta ma la jeep si arrampica molto, molto lentamente. A volte la salita è talmente ripida che viene la pelle d’oca. Si passa in mezzo ad un paesaggio roccioso sovrastato da queste immense vette bianchissime. Finalmente si arriva nell’alta valle con i campi di orzo e di ortaggi. La gente quassù non è abituata a vedere stranieri e non sorride. Ho la sensazione di essere un intruso e di non esser ben visto. Ma la gente passa in secondo piano. La valle è talmente bella, le montagne talmente grandiose, l’atmosfera talmente tersa che non ci sono parole. C’è anche un silenzio particolare. I rumori piacevoli provengono dai contadini che lavorano nei campi e dalle risa dai bambini che giocano. Quassù sembra musica. Siamo venuti in questa sperduta valle per fare una scampagnata… ma che scampagnata! Abbiamo portato con noi il pranzo, diciamo il cestino. Il fatto di mangiare un pic-nic in un posto così lontano, dove non viene praticamente mai nessuno, è in effetti coinvolgente. La strada transitabile finisce qui. Non siamo attrezzati per fare trekking e poi non ci sarebbe neppure il tempo. Rimaniano un po’ dopo il pranzo ma poi decido che è ora di scendere. Qui comincia l’avventura!
Scendere sulla ripidissima ‘mulattiera’ fa paura. Le curve a gomito sono talmente strette che in alcuni casi la jeep deve fare marcia indietro e fare manovre sull’orlo del precepizio per poter girare. Alcune jeep, come potete immaginare, su queste strade hanno dei problemi tecnici: freno a mano che non funziona, marce che slittano, per non parlare delle gomme lisce. Ora anziché guardare le bellezze della natura che ci circonda siamo tutti preoccupatissimi per la discesa e la condizione della jeep. Io molto meno. Quando finalmente arriviamo sulla Karakoram Highway, il peso corporeo di tutti è diminuito di un paio di chili, non male, vero? Era la prima volta che portavo un gruppo nella alta valle di Bagrot e sarà l’ultima, anzi è stata l’ultima. Ho giurato che non avrei mai più portato nessuno perché erano tutti distrutti dalla discesa, terrorizzati, nervosi e polemici. Peccato perché l’escursione vale un viaggio. Ho sempre sostenuto che bisogna avere i nervi veramente saldi per fare un viaggio sulla Karakorum, ma addentrarsi nelle alte valli laterali richiede una volontà di ferro, anzi d’acciaio. Diciamo che sono stato un po’ ingenuo nel prendere la decisione di portarli su. Sono sicuro però che coloro che l’hanno fatto, se mi stanno leggendo (oramai sono passati tanti anni), ricorderanno l’escursione, certo, con una certa ansia, ma nello stesso tempo con piacere. Chi è mai salito a Bagrot?
In più in quell’occasione abbiamo perso una jeep. Cioè, ad un bivio aveva imboccato la strada sbagliata, una volta scesi dall’alta valle. Quando si è reso conto dell’errore l’autista è tornato indietro. Io faccio sempre tante di quelle raccomandazioni agli autisti di stare insieme ma loro sono veramente cocciuti. Ho aspettato la jeep ‘perduta’ in albergo per più di un’ora e poi ho deciso, insieme ad uno degli autisti e alla guida locale, di tornare sui nostri passi. Stava diventando buio e la preoccupazione era tanta, tanto più che nell’attraversare un alto ponte sul fiume l’autista e la guida si sporgevano per vedere se c’era qualche segno della jeep schiantata sotto! Ma della jeep nessuna traccia. Siamo costretti a tornare in albergo, dove qualcuno del gruppo mi stava gentilmente aspettando per dirmi che erano tornati sani e salvi. Quando poi mi hanno visto a cena erano ancora arrabbiati. L’autista capiva poco l’inglese e questo fatto non li aiutava a stare tranquilli. La loro reazione era comprensibilissima. Devo dire che l’arrabbiatura è passata subito vedendo la mia intensa preoccupazione e il dispiacere per quello che era accaduto. Anche questa escursione comunque è diventata mitica! L’albergo a Gilgit è molto confortevole, sembra un lodge di alta montagna, così le anime si sono calmate soprattutto a cena finita, tutti riuniti e comunque felici di essere in un posto così stupendo.
Dalla valle di Hunza, più avanti sulla strada rispetto a Gilgit, in altre occasioni abbiamo fatto un’escursione alle valli di Nagar e Hoper, dall’altra parte del fiume. È un’escursione molto meno eccitante ma sempre in jeep con paesaggi mozzafiato. Si vedono bellissimi e armoniosi terrazzamenti per le diversificate coltivazioni e albicocchi, tanti albicocchi. In agosto inizia la raccolta delle albicocche, che vengono stese al sole sui tetti, nei cortili, lungo la strada: una macchia brillante color albicocca intenso. Un’altra cosa suggestiva di questo percorso sono i tanti villaggi che si attraversano. Infine si giunge nelle vicinanze del ghiacciaio di Hoper. Se si riesce a camminare sul ghiacciao senza cadere e farsi male si possono ammirare due meravigliose vette, Kapala e Golden. Insomma, tutta la zona di Hunza è sorprendente, ma di questo ne parleremo ancora!
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1 commento:
Sembra affascinante questa Bagrot...
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